Ciao Paolo!

Quando arrivano questi momenti non si sa mai cosa dire o cosa scrivere. A volte si potrebbe semplicemente non fare niente. La perdita di un pilastro della società ci lascia sgomenti e impauriti. Perché senza Paolo tanto, troppo sarà più complicato. E lo diciamo con sincerità, con il cuore ancora un po’ perso a cercare un punto di riferimento. Così, mentre cerchiamo, scopriamo che lui stesso ci aiuta. Nel suo ricordo, nel pensare a tutto ciò che ha fatto per noi e per quello che farà, perché ciò che ha seminato ora darà frutto. Quanto hai donato caro Paolo. Hai aiutato nel tuo piccolo a crescere diverse generazioni di pallavolisti, sapendo che il futuro si costruisce fin da bambini. Il futuro in cui credevi non era solo quello fatto di campi sportivi e palloni, ma anche quello della vita al di fuori della palestra. Hai sempre chiesto a tutti come andava la scuola. Non era una frase tanto per parlare. Ci tenevi e spronavi sempre a dare il massimo. Un secondo papà, che asciugava i capelli dopo la doccia. Che credeva nello spogliatoio come momento per fare squadra, gruppo ma soprattutto amicizie. Che comprava sempre le caramelle colorate. Che aveva premi per tutti e che li dava per meriti sportivi ma anche solo per l’impegno. Che voleva che giocassero tutti facendo arrabbiare gli allenatori. Che nelle partite più sentite metteva la sigla della Champions e faceva sognare i ragazzi. Un uomo con sorriso incorniciato dai baffoni neri. Una persona positiva che ha sempre coltivato attorno a sé e mai bruciato il terreno. E alla fine era anche un uomo normale. Si emozionava, piangeva, si arrabbiava e perché no, qualche palla dubbia la regalava ai propri ragazzi. Hai dedicato ore ed ore alla tua passione senza mai stancarti. Indimenticabile rimarrà, nel cuore di tanti di noi, la lunga trasferta a Vienna con il mitico pulmino sgangherato. Rumori strani e una fiducia immensa nel nostro super dirigente, hanno portato decine di ragazzi a giocare un torneo ambito da tutti. Un momento in cui anche il nostro Paolo poteva tornare bambino, accompagnando tutti a mangiare la cotoletta gigante e il gelato dai suoi amici. Un giro alle giostre e poi carichi a provare a portare a casa la coppa. E sapete quando si dice che alla fine ci si ricorda solo del vincitore? Beh, invece alla fine ci si ricordava solo del pulmino sgangherato, della cotoletta, e delle interminabili risate che si facevano con Paolo. Questo succedeva in tutte le manifestazioni in cui Paolo accompagnava i ragazzi, dal torneo di minivolley alle finali nazionali. Paolo però riusciva a creare un contatto anche con i genitori che trovavano in lui una sicurezza, un uomo a cui affidare per quelle poche ore i propri figli. Mandare in palestra i propri bambini permetteva un momento di crescita grazie anche a persone come lui. Una missione della società che Paolo ha sempre fatto sua e predicato a lungo.  Quindi grazie caro Paolo. Grazie di aver sempre coltivato relazioni umane e non solo rapporti professionali. Grazie di aver messo tutto te stesso in quello che facevi, insegnandoci tanto, donandoci ancora di più. Grazie per aver deciso di condividere la tua bontà e la tua voglia di fare con noi. Grazie di essere stato semplicemente Pol.